Come sempre Gammadelta continua a parlare di vinili, che sono una parte fondamentale della nostra storia e della nostra cultura audio, insieme con i meravigliosi oggetti per riprodurli.
Ho letto in questi mesi parecchi articoli su quotidiani e magazine online dedicati alla ipotetica moda del vinile. Sembra sia diventato l’argomento più gettonato da chi scrive di musica.
Eppure il vinile non è mai realmente sparito dagli scaffali dei negozi (seri) di musica sebbene dagli anni Novanta in poi effettivamente il suo ruolo di mercato era quello del classico gadget da collezionisti, non certo il supporto che gran parte dei consumatori acquistavano regolarmente.
Mi torna in mente un viaggio in California alla fine degli anni Ottanta, a San Francisco per la precisione, il CD ormai dominava il mercato e tutti i megastore come Tower Records avevano eliminato gli LP dalla vendita: la praticità del CD e il silenzio digitale avevano preso inesorabilmente il sopravvento sul rassicurante rumore del vinile.
Ma per un cacciatore di rarità come me era il momento giusto per fare buoni affari e dare la caccia a chi in quegli anni svendeva intere collezioni di vinili per ricomprarsi gli stessi dischi su compact disc.
Ecco allora che alcuni leggendari negozi della Bay Area frequentati soprattutto da studenti e intellettuali vendevano tonnellate di LP usati ma anche nuovi a prezzi irrisori (soprattutto se paragonati ai prezzi di oggi). Ricordo solo di aver acquistato una gigantesca Samsonite per stivare tutti i vinili che avevo trovato da Amoeba Music e Rasputin a Berkeley.
Negli anni sono tornato ancora a frequentare soprattutto Amoeba Music di Los Angeles e con grande ammirazione il vinile è sempre rimasto fino (quasi) a sostituire, in questi ultimi anni, gran parte dello spazio dedicato ai CD.
Ecco se dovessi parlare di moda di certo non parlerei solo del ritorno del vinile ma anche e soprattutto dell’avvento della musica in streaming, la vera causa della distruzione del mercato fisico e del sempre crescente settore del vinile.
Ovviamente si parla di numeri piccoli rispetto al totale del fatturato della musica nel mondo, ma per tutti, major e label indipendenti, si tratta di un momento d’oro per rispolverare gli archivi e allargare il catalogo su vinile, ristampare l’impossibile. La vera moda non è il formato vinile in sé, e gli appassionati di alta fedeltà lo sanno bene perché anche in periodi dominati dalle mode hanno sempre apprezzato il suono del vinile audiophile, la moda consiste nel feticcio che il marketing sta generando.
Un’irresistibile e costosa mania che gli appassionati sono costretti a subire (ovvio, nessuno ti punta il fucile per farti acquistare della musica, ma qui cadiamo quasi nello stesso piano della ludopatia…). Ecco allora che il vinile non è più la classica ristampa del disco fuori catalogo o mai apparso prima su LP, la figata (o perversione) sono le innumerevoli limited edition, spessissimo in vinile colorato che attraggono il collezionista e i fan degli artisti, un business sempre più ampio e che di certo la discografia sta alimentando a tutti i livelli.
L’aspetto che ci piace però – libidine a parte – riguarda il lavoro che invece etichette serie stanno facendo per far rivivere il proprio repertorio non solo quindi con le riedizioni colorate ma anche e soprattutto per il lavoro di restauro dei nastri originali. Questo significa che finalmente dopo decenni di suono appiattito dalla assurda compressione operata sui CD oggi si recuperano le dinamiche originali a tutto vantaggio del contenuto artistico.
Di questo ne abbiamo parlato anche nei numeri precedenti di GammaDelta, ma è importante sottolineare che ancora oggi mancano all’appello i remaster (sia per il digitale che per il vinile) di tanti artisti internazionali e italiani. Warner Music in questo senso grazie alla sua Rhino Records continua sfornare strepitose ristampe operando con grande attenzione sia sul piano audio che della confezione.
Un esempio imperdibile è il box dedicato a James Taylor, uno dei più amati cantautori della musica americana. È la prima volta che la Warner mette mano ai master dell’artista e il risultato all’ascolto è strepitoso, non avevo mai sentito questi capolavori con una simile pulizia dei dettagli e la voce di Taylor così naturale e tridimensionale. La release comprende tutti i 6 album Warner Bros dal 1970 al 1976 e viene proposta sia su CD che vinile.
Altra pubblicazione per nostalgici dei bei tempi del rock è la celebrazione dei 50 anni di Woodstock, evento epocale che segnato un’epoca fondamentale nella storia della musica popolare. Per festeggiare l’evento Rhino propone con audio completamente rimasterizzato dai nastri originali ben tre cofanetti. Quello in CD contiene ben 10 dischi (162 tracks) e comprende per la prima volta le performance di tutti gli artisti che si esibirono dal 15 al 18 agosto 1969 , il tutto inserito in bellissimo box con libro.
Per i collezionisti alla ricerca dell’oggetto speciale Rhino ha pensato ad un super box in edizione numerata (ovviamente solo 1969 esemplari) con ben 38 CD e un Blu-ray con la versione restaurata del film.
I CD contengono 36 ore di contenuti, 432 brani (267 mai pubblicati prima). Qui addirittura sono stati trasferiti su CD anche tutti i dialoghi e gli annunci dal palco, un vero e proprio documento completo.
Il box disegnato da Masaki Koike (vincitore di Grammy proprio per il design di box set) si può acquistare a 799 $ solo sul sito www.rhino.com
La versione a mio avviso più interessante rimane quella su vinile perché condensa su 5 LP e 42 tracks le performance più importanti ed iconiche di Woodstock, anche qui tutto rimasterizzato dai nastri originali con un suono di gran lunga migliore di tutte le precedenti riedizioni su vinile o CD.
Marco Fullone