Prestazioni senza compromessi e grande versatilità per una vera accoppiata Hi-End
I prodotti Anthem hanno oltre 20 anni di storia. Molti appassionati ricorderanno Sonic Frontiers un marchio che ha fatto sognare tanti audiofili e che si collocava al top della produzione mondiale degli anni’90. Si caratterizzava attraverso prodotti innovativi nel solco della tradizionalità, essendo tutti basati sull’uso di tubi termoionici. La canadese Paradigm, alla fine degli anni ’90, acquistò Sonic Frontiers, utilizzandone il know-how per fondare Anthem.
Per quanto da subito venne abbandonato l’uso delle valvole, nei prodotti Anthem rimasero ben radicati i valori fondanti della Sonic Frontiers, ovvero il design “hands-on” e l’innovazione a tutto tondo: macchine dal grande valore sonico, affidabili, con funzionalità senza precedenti e infine, non guasta mai, con un rapporto qualità/prezzo vantaggioso.
I preamplificatori, gli amplificatori e i ricevitori audio/video di Anthem oggi offrono gli strumenti più avanzati disponibili per collegare, controllare, ottimizzare e alimentare facilmente tutti i sistemi d’intrattenimento.
La gamma Anthem spazia in lungo e in largo, oltre alla STR, oggetto della prova, pre e finale, c’è un integrato l’STR Integrated, tre sintoamplificatori e un processore Audio/Video, e un novero di finali, declinati per prezzo e prestazioni per venire incontro a qualsiasi esigenza.
Innovazione assoluta
Anthem ha sviluppato un avanzatissimo sistema di correzione ambientale, per il quale oggi è leader, e che si adatta senza problemi sia ai prodotti stereo che a quelli Home Theatre.
Si chiama ARC, Anthem Room Correction, e si basa su un algoritmo proprietario estremamente efficace e basato sull’utilizzo di un microfono fornito a corredo insieme a uno stand professionale.
Altra innovazione la circuiteria non invasiva ALM (Advanced Load Monitoring) basata sull’uso di sensori e a bordo di tutti gli amplificatori, che monitora costantemente temperatura, corrente e tensione per garantire le migliori prestazioni a lungo termine. Molti dei componenti sono progettati in-house da Anthem, insieme ai circuiti stampati disegnati a mano e ai trasformatori toroidali costruiti ad-hoc su specifiche. I prodotti Anthem svaniscono virtualmente dall’equazione, decodificando e/o amplificando il segnale in modo il più incontaminato possibile.
Un altro obbiettivo del costruttore canadese è la facilità d’uso e l’ergonomia. Schemi di connessione chiari, menu facili da navigare e comandi sistemati in modo funzionale così da essere utilizzati da tutti i membri della famiglia.
Il design è poi molto moderno, soprattutto nella Serie STR oggetto della prova. Un frontale molto elegante diviso in due parti, quella di sinistra con uno splendido display OLED molto grande e luminoso mentre nella parte destra, di forma tondeggiante, i pochi comandi necessari per l’utilizzo.
Pre e finale allo stato dell’arte
Il preamplificatore STR Preamplifier, è una macchina stereo con DAC integrato. È dotato di ingresso USB 32bit/384KHz e DSD 2.8/5.6MHz, SPDIF coassiale e ottico e bilanciato XLR AES/EBU. Ha alcuni ingressi RCA e XLR analogici e Phono MM/MC ed è ovviamente dotato di sistema ARC. L’architettura interna è doppia, è infatti possibile utilizzare il preamplificatore in modo completamente analogico, oppure tramite la conversione A/D (32 bit/192 kHz) degli ingressi analogici, in questo caso saranno disponibili le funzioni ARC, di gestione dei bassi, la calibrazione della distanza, i controlli di tono, le modalità di ascolto, il filtro rumble, e 8 curve di equalizzazione phono sulle quali ci soffermeremo tra poco.
In modalità analogica STR Pre perde le funzionalità appena elencate, l’ingresso Phono diventa un MM/MC con la sola curva RIAA, e le connessioni per subwoofer sono parallele a quelle di uscita. Gli ingressi digitali sono comunque disponibili, vengono convertiti dal DAC interno e una volta in analogico finiscono nel controllo di volume e nel buffer di uscita, così come tutti gli altri ingressi analogici.
Nella modalità digitale, invece, sono disponibili una quantità impressionante di funzioni. Il sistema ARC prima di tutto, che tiene conto anche dell’apporto dei subwoofer, se presenti, con la capacità di gestirne 2 separatamente. La funzione bass management offre 4 profili e permette di regolare frequenza di cross-over, polarità e fase, altri 4 profili per la selezione del punto di ascolto, con distanza selezionabile sia del/dei sub che dei diffusori L&R e abbinati 4 profili di controllo del livello, in dB, separati anch’essi per SUB e L&R, indispensabili se si utilizzano punti di ascolto diversi e infine regolabili i livelli di ogni ingresso indipendentemente.
Estremamente interessante e del tutto inedito per un prodotto di questo livello di prezzo, la possibilità di utilizzare 7 curve di equalizzazione Phono, e quindi RIAA, AES, CCIR, NAB, Capitol LP, Columbia LP, London LP e una personalizzabile, nella quale è possibile intervenire sulla de-enfasi a 10 kHz (da -25,5 dB a escluso a step di 0,1 dB), e sul Bass Turnover con 18 valori selezionabili (escluso, 150, 180, 200, 250, 280, 300, 350, 375, 400, 450, 500, 600, 629, 700, 750, 800, and 1000 Hz).
Per la funzione ARC è appena uscito il software ARC Genesis, che oltre ad avere una migliore grafica, è compatibile anche con MAC, oltre che con Windows. ARC tramite il microfono a corredo misura la stanza facendo uno sweep e suggerisce una curva di calibrazione ottimale, che è una intelligente mediazione tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere; una volta fatto il caricamento della stessa nel pre, è possibile includerla o escluderla a piacimento.
Il finale STR Power è prima di tutto molto bello. L’estetica è mozzafiato, con uno splendido e ampio display che occupa tutta la parte sinistra e che indica la potenza erogata, davvero affascinante e ben “emulato”, rieccheggia i fasti della golden age dell’Hi Fi che voleva i migliori finali dotati di due splendidi Vu Meter. Ma in STR Power c’è soprattutto tanta sostanza.
Il finale è in grado di erogare 400W/600/800 W su 8/4/2 ohm, ed ha una costruzione completamente dual-mono a partire dai grossi trasformatori toroidali, sistemati sul retro del pannello frontale. Imponente anche la batteria di condensatori di filtro, ovviamente anche essi in configurazione dual-mono, mentre 4 sono le schede di amplificazione, due a canale, che altro non sono quelle di STR Integrated messe a ponte, che non solo hanno potenza da vendere, ma soprattutto garantiscono un fattore di smorzamento enorme e che garantirà un eccellente pilotaggio, anche di diffusori particolarmente ostici.
Ascolto e conclusioni
L’accoppiata Anthem è stata testata sia con una coppia di diffusori di “casa” Anthem, e quindi i Martin Logan Impression ESL 9 che con i B&W 803 D3. Come trasporto CD in nuovissimo Pro-Ject CD Box RS2 T, poi Roon Nucleus, un Pro-Ject Xtension 10CC con Ortofon Quintet Black S, cablaggio tutto AudioqQuest.
Il preamplificatore è molto semplice da usare, e il telecomando piccolo ma “robusto”, è tutto in alluminio, ed è estremamente ergonomico. ARC funziona davvero in modo sorprendente, il miglioramento è netto e facilmente udibile, e non lascia scuse. La prima cosa immediatamente evidente è la incredibile potenza del finale, che riesce sempre e comunque a seguire qualsiasi evoluzione senza la minima incertezza. Nessun irrigidimento, ruvidezza, o una gamma alta poco levigata. È tutto riprodotto in modo estremamente naturale, una umanissima analiticità, insomma, priva della protervia chirurgica di alcuni concorrenti che scambiano l’enfasi del medio alto per effettivo potere risolutore.
Questa la più grande dote di questa accoppiata Anthem, dove la migliore calligrafia del suono audiophile è meravigliosamente posta a servizio del messaggio musicale. Questo impagabile frutto trova la sua conferma, ed in alcuni frangenti della prestazione anche il suo trionfo, nelle ambizioni, nella felicità delle scelte progettuali, ARC in primis, finalmente un sistema di correzione ambientale che va a braccetto con la migliore scuola audiofila. Anche la cifra estetica rende questi prodotti visivamente inequivocabili ancor prima di esserlo all’ascolto, che va fatto in condizioni ottimali per sistema e software.
Ma una nota finale, quasi un aneddoto, però significativo per gli amanti della musica, ancor prima dell’audio d’eccellenza: pur incarnando due rappresentanti della massima qualità/tecnologia dell’hi-fi mondiale, questa abbinata si è dimostrata soavemente indulgente anche nell’ascolto di dischi semplicemente commerciali, quelli che compriamo tutti noi, ‘music-lovers’, estraendo da essi l’anima, l’essenza più vitale e coinvolgente del loro contenuto. Un dono questo che può avere una valenza inestimabile per molti appassionati, in special modo i collezionisti di dischi. Non vi resta che provare di persona prendendo appuntamento con un centro dimostrativo Anthem.
E non dimenticate i vostri dischi.
Anthem STR Pre
Risposta in frequenza: 10Hz-80kHz (Analog in/direct mode)
Distorsione THD+rumore: 0,0016%
Rapporto segnale/rumore: 120dB
Massima tensione di uscita XLR/RCA: 6,6Vrms/3,3Vrms
Impedenza Phono: 100ohm (MC), 47 kohm (MM)
Precisione RIAA: +/- 0,1dB
Guadagno: 61dB (MC), 41dB (MM)
Alimentazione: 90V-264V/50-60Hz
Consumo stby/tipico: 0,45W/10W
Dimensioni (AxLxP): 10×43,2×38 cm
Peso: 7,6 Kg
Anthem STR Power
Potenza di uscita 8/4/2 ohm: 400W/600W/800W
Distorsione di intermodulazione: 0,0007%
Rapporto segnale/rumore: 121 dB
Risposta in frequenza: 20Hz-20kHz (+/-0,1dB)
Fattori di smorzamento: 360
Separazione tra i canali: 101dB
Impedenza di ingresso RCA/XLR: 10kohm/15kohm
Sensibilità: 2,1V per 400W/8 ohm
Alimentazione: 220/240VCA 50Hz
Consumo stby/idle/tipico: 310mW/65W/300W
Dimensioni (AxLxP): 17,2×43,2×47 cm
Peso: 27,3 Kg