Un diffusore di livello assoluto e per molti aspetti definitivo, dotato di tutte le più avanzate tecnologie che MartinLogan ha sviluppato negli anni.
Non si può non pensare a un diffusore ibrido senza accostarlo inevitabilmente al marchio MartinLogan, l’unica azienda che fin dai primi anni ’80, dalla sua nascita, ha saputo sapientemente perfezionare la tecnica, fino ad arrivare ai giorni nostri con una gamma di prodotti impressionante e che la hanno -ovviamente- come denominatore comune il pannello elettrostatico accostato a uno o più altoparlanti dinamici per il registro grave.
Gayle Martin Sanders e Ron Logan Sutherland fondarono MartinLogan alla fine degli anni ’70 condividendo la passione per la musica e per i diffusori elettrostatici, appunto. Sanders un architetto e Sutherland (che adesso ha una sua azienda, la Sutherland Audio, sempre distribuita da Audiogamma) un ingegnere elettrotecnico. Per chi a quel tempo cercava il massimo in termini di purezza e chiarezza sonora, l’elettrostatico suscitava grande interesse, anche con i limiti che avevano -e che hanno- quelle soluzioni sulle basse frequenze. Sanders e Sutherland erano sicuri di poter fare di meglio, di poter costruire un diffusore elettrostatico con un’ottima estensione in basso, eccellente dispersione e dimensioni compatibili con un salotto medio.
Organizzarono un team di ricerca e sviluppo che debuttò con il primo prototipo nel 1980, che utilizzava i nuovi (per quell’epoca) materiali aerospaziali che portarono alla svolta, anche nel design. Un diaframma in Mylar ultraleggero tra due statori di acciaio perforato, mancava solo la dispersione alle alte frequenze: la soluzione arrivò una notte nella quale Sanders provò a far funzionare un pannello curvato orizzontalmente, suonava perfettamente e con la giusta dispersione. Con solo un mock-up e alcune fotografie, Sanders e Sutherland esposero il loro concetto di speaker al Consumer Electronics Show del 1982 con grande successo.
Cominciò la produzione dei primi modelli elettrostatici, ai quali seguirono quelli ibridi, il cui problema inziale era quello del timing tra le due tecnologie, il pannello elettrostatico aveva una velocità di risposta completamente diversa rispetto al driver per le basse frequenze. Problema che venne brillantemente risolto attraverso continui affinamenti, fino ad arrivare ai giorni nostri, nei quali l’emissione non ha oramai più alcuna incertezza. Il diffusore oggetto della prova fa parte della Serie Masterpiece, quella di diffusori ibridi più tecnologicamente avanzati del costruttore americano, alla quale si affianca la ElectroMotion, meno sofisticati ma con un rapporto qualità/prezzo senza eguali.
Nel mezzo della gamma
Questa ESL 13A si incastra a metà della gamma, preceduta da ESL 9 ed ESL 11A, e seguita da ESL 15A e Neolith, il “gigante” al top del catalogo tra gli ibridi. Tutti i modelli, ad eccezione degli estremi, hanno la sezione bassi amplificata in modo estremamente sofisticato attraverso un DSP integrato a 24 bit e la funzione ARC, possibile solo attraverso l’acquisto del kit opzionale (microfono e staffa). Doppio il woofer in dotazione con cono in alluminio da 254mm in sospensione pneumatica, pilotati da due amplificatori da 300W in classe D, allineati in fase secondo la tecnologia proprietaria ForceForward che evita le cancellazioni tipiche in configurazioni di questo tipo.
Midrange e tweeter sono curvilinei ovviamente in tecnologia elettrostatica e a dispersione controllata da 1120x330mm. Sul pannello posteriore il controllo di livello del woofer, per meglio adattare l’emissione ai propri gusti, due splendidi binding-post della WBT per la connessione dell’amplificatore, lo switch di inserimento del sistema ARC, e alcuni altri controlli e connessioni.
Per tutti gli amplificatori, o quasi
Il fatto che ESL 13A abbia la sezione bassi amplificata allarga molto la gamma di amplificatori utilizzabili.
Se infatti con la ESL 9 -e non di meno nella Neolith- è necessaria una certa potenza e altrettanta capacità di pilotaggio, in questo caso, sia a causa della relativa semplicità di carico che rappresenta un pannello elettrostatico, sia grazie al minore contributo energetico della gamma media e alta, ci si possono permettere amplificazioni poco potenti ma molto raffinate, e comunque l’energia erogata non rappresenta un problema basilare.
Tra l’altro il pannello è notevolmente efficiente, con ben 91 dB, e una impedenza tipica di 4 ohm senza importanti rotazioni di fase, e pertanto davvero “quasi” ogni soluzione si rivelerà vincente.
Utilizzo ed ascolto
Il cabinet è piuttosto imponente in profondità, con circa 70 cm di profondità ai quali vanno aggiunti “almeno” 25 cm; la MartinLogan consiglia infatti di non addossare i diffusori alla parete posteriore ma bensì di “aggiungere” almeno il diametro del woofer, in questo caso, appunto, 25 cm. Pertanto 1 mt. È la distanza minima dalla parete di fondo della stanza; chi non dispone di questo spazio, può optare per i modelli ESL 11A o ESL 9, che richiedono sempre meno ingombro.
Ciò che impressiona, prima di tutto, è l’incredibile uniformità di emissione tra il registro grave e il medio/alto, nessuna incertezza, ritardo, coda, sembra di ascoltare un enorme diffusore mono-via. Altrettanto impressionante la dispersione, il fuoco dell’immagine si ottiene in una zona piuttosto ampia, senza quindi le limitazioni delle quali soffrivano i pannelli elettrostatici di qualche anno fa.
Altra cosa estremamente positiva è la versatilità nel riprodurre qualsiasi genere musicale con grande soddisfazione: dimenticatevi i vecchi stereotipi che volevano la tecnica a pannelli in grado di riprodurre bene solo ensamble con pochi strumenti, dal rock, al pop, fino al Jazz passando per metal e house, le ESL 13A non si fanno davvero nessun problema e anche la tenuta in potenza è eccellente.
Insomma, un prodotto maturo e straordinariamente performante, in grado di soddisfare davvero qualsiasi appassionato.
Complimenti MartinLogan!
MartinLogan Expression ESL 13A
Risposta in frequenza: 24Hz-23kHz +/- 3 dB
Potenza raccomandata dell’amplificatore: 50-600W/4 ohm
Dispersione: orizzontale: 30° / verticale: 112 cm line source
Sensibilità: 91 dB (2,83V/metro)
Impedenza: 4 ohm
Frequenza di cross-over: 300 Hz
Trasduttore frequenza medio/alta: XStat 112×33 cm
Woofers: 2X25,4 cm ad alta escursione con cono in alluminio
Amplificatori interni: 2X300W classe D
DSP: 24 Bit
Peso: 46,8 kg
Dimensioni (AxLxP): 156,1×33,9×69,9 cm
Alimentazione: 100-230VCA, 50/60Hz
Potenza assorbita: 500W, stby 1W