Ospitiamo con grande onore su questo foglio Fulvio Chiappetta, probabilmente il più geniale e creativo progettista audio in Italia. Tra le sue virtù quella di sapere divulgare anche i concetti più complessi in modo estremamente chiaro e naturale.
Gli abbiamo allora chiesto di parlarci delle cuffie, tema conduttore di questo numero. Lo ha fatto in modo intelligente ed esaustivo, tanto da farne venire fuori due puntate.
Questa è la prima.
Buona lettura.
Il mondo delle cuffie
Quest’oggi, desideriamo indirizzare la vostra attenzione verso un prodotto davvero sorprendente: si tratta di un trasduttore praticamente privo di difetti, non impegnativo per quanto riguarda l’ambiente di ascolto e tutto sommato poco esigente in merito alla potenza dell’amplificazione.
Unico neo? Si tratta di una cuffia e non di un sistema di altoparlanti, ma accettando questa limitazione (e per molti audiofili non è corretto parlare di una vera e propria limitazione bensì di una caratteristica d’uso) bisogna ammettere che le emozioni che il suo utilizzo può donare sono certamente al di fuori dell’usuale.
Questa premessa in qualche modo chiarisce la nostra posizione in relazione agli oggetti oggi sotto esame: se da un lato non siamo infatti dei veri e propri appassionati dell’ascolto in cuffia, ovvero dei “cuffiofili” come, secondo una simpatica terminologia, amano definirsi i fan di tale tipo di trasduttori, dall’altro riteniamo che le emozioni che esse possono dare sono davvero fuori dal comune e, fatto salvi alcuni aspetti che rendono il loro ascolto particolare e caratterizzato da parametri che non tutti gli audiofili ritengono gradevoli e di conseguenza sono disposti ad accettare, la pulizia e la dinamica del suono da esse restituite sono difficilmente battute, anzi oseremmo dire uguagliate, dai sistemi di altoparlanti, neppure da quelli maggiormente performanti.
Riteniamo che con una cuffia davvero valida ci si trovi di fronte ad un vero e proprio campione nella categoria dei trasduttori: è pertanto di particolare interesse tirare un po’ le somme in merito al loro ascolto, accennando agli innumerevoli pregi ed ai difetti non per tutti accettabili. Anzi, proprio per sgombrare il campo dalle ombre, esamineremo innanzi tutto questi ultimi: a nostro avviso, i principali sono due.
Il primo riguarda certamente la ricostruzione del palcoscenico: possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma è indubbio che l’immagine offerta dall’ascolto in cuffia viene irrimediabilmente compromessa in buona percentuale dal fatto che gli auricolari sono posizionati ai lati del capo sulle orecchie, e quindi i suoni da essi emessi ci giungono lateralmente e non di fronte a noi, come avviene solitamente nella realtà dell’ascolto musicale.
Il secondo problema deriva dal nostro modo di percepire i suoni: questi ultimi infatti non arrivano al nostro cervello esclusivamente attraverso il sistema uditivo, ma alcuni di essi, in particolare quelli aventi un importante contenuto spettrale alle frequenze estreme, le basse e le acutissime, vengono percepiti anche attraverso le vibrazioni corporee, in mancanza delle quali, soprattutto i suoni più gravi, perdono inevitabilmente di impatto. Accennato con chiarezza a queste indubbie limitazioni, l’ascolto in cuffia beneficia di una serie, piuttosto vasta, di caratteristiche positive che assai di rado si possono ritrovare nei più tradizionali sistemi di altoparlanti ed in genere mai tutte contemporaneamente.
Esse sono:
trasduttore monovia;
ambiente controllato;
dinamica eccellente grazie anche al rumore di base praticamente nullo.
Commentiamo insieme questi tre aspetti che sono davvero fondamentali. Sappiamo che, per garantire la massima coerenza nella riproduzione dell’intero spettro audio, la soluzione ottimale è quella costituita dal diffusore monovia, il quale però inevitabilmente difetta agli estremi banda: bene, tale limite d’incanto scompare nel settore delle cuffie. Infatti, grazie ai minimi livelli di emissione richiesti in questo caso, un unico trasduttore copre efficacemente tutto lo spettro ed anzi, nelle realizzazioni più performanti, eccede con ampi margini anche i canonici 20…20.000Hz, peraltro con attenuazioni e rotazioni di fase assolutamente trascurabili. Possiamo certamente dire, senza tema di smentite, che il record raggiunto a tal riguardo dalle cuffie è da considerarsi praticamente ineguagliabile da parte di qualunque sistema di altoparlanti, indipendentemente dal numero di vie con cui esso è realizzato.
Parliamo ora dell’ambiente nel quale operano i trasduttori: è del tutto innegabile che quello costituito dal padiglione auricolare può essere a giusta ragione considerato sostanzialmente standard e pertanto l’ottimizzazione dell’ascolto è legata esclusivamente alla bravura ed alla esperienza del progettista delle cuffie.
Esaminiamo infine il terzo punto: la scarsissima rumorosità ambientale. Da tale prerogativa discendono, quale diretta conseguenza, due importantissime caratteristiche dell’ascolto individuale attraverso gli auricolari: innanzi tutto una notevole predisposizione a porre attenzione al benché minimo particolare e, immediatamente dopo, una dinamica che può facilmente raggiungere valori di assoluta eccellenza. Infatti tale parametro beneficia fortemente di due importanti situazioni favorevoli che vengono a crearsi specificatamente nell’ascolto in cuffia: il livello massimo si confronta con il silenzio di base, assicurando in tal modo la perfetta intelligibilità dei pianissimo e dei fortissimo con conseguente massimizzazione della macro dinamica; inoltre la micro dinamica, in genere funzione della velocità con la quale vengono riprodotti i transienti, anche i più minuti, trae vantaggio dalla grande reattività delle membrane deputate alla riproduzione le quali, grazie alla loro ridottissima massa, se ben pilotate, impongono una elevatissima accelerazione all’aria che smuovono. Aggiungiamo che, in forza del notevole smorzamento meccanico, agevolato fortemente dalle piccole masse mobili in gioco, il suono è, praticamente a tutte le frequenze, privo di code, assicurando in tal modo un silenzio intertransiente eccezionale: non è azzardato asserire che il silenzio la fa da padrone e le note sono come le luminosissime stelle che nel cielo squarciano il profondo scurissimo blu. Infine sempre le piccole masse in gioco consentono una velocità degli attacchi in genere limitata solo dalla qualità del pilotaggio, il quale se ben abbinato alle caratteristiche del trasduttore può far raggiungere vette letteralmente impensabili per qualunque sistema di altoparlanti.
L’interfacciamento delle cuffie
Ci pare appropriato trattare le cuffie alla stregua di un sistema di altoparlanti, dal momento che svolgono, seppure con modalità operative indubbiamente molto differenti, la medesima funzione: trasformare un segnale elettrico in pressione sonora. Alla luce di questa osservazione, coerentemente a quanto viene solitamente fatto per i sistemi di altoparlanti, concentriamo la nostra analisi sui parametri di interfaccia delle cuffie: in tale ottica, esse vedono da un lato l’ambiente acustico e dall’altro l’amplificatore di pilotaggio. Iniziamo dunque l’analisi partendo da una accurata disamina dell’ambiente acustico nel quale operano.
L’ambiente acustico
Come abbiamo precedentemente accennato, una delle caratteristiche delle cuffie è costituita dal fatto che esse operano in un ambiente fondamentalmente controllato: vantaggio assolutamente non da poco, dal momento che è possibile uno studio di ottimizzazione praticamente totale da parte del costruttore dell’oggetto. Nel caso dei prodotti di elevata qualità generalmente tale studio è stato effettuato con una accuratezza fuori dal comune ed i risultati sono, per così dire, sotto le orecchie di tutti: ogni casa costruttrice blasonata sceglie solitamente una particolare dislocazione del trasduttore in modo da non avere la sua emissione allineata, come il buon senso suggerirebbero, con il padiglione auricolare.
In questo modo si raggiunge infatti lo scopo di creare un vero e proprio ambiente di ascolto in miniatura, con tanto di suoni diretti (non necessariamente i più numerosi) e quelli riflessi (in alcuni particolarissimi casi, addirittura la maggioranza). In realtà tale tecnica, ultimamente utilizzata assai di frequente, vede le sue origini in un passato abbastanza remoto: già da molto tempo infatti i vari guru dell’uso delle cuffie suggerivano di indossarle posizionandole in modo che l’emissione ed il centro dell’orecchio non risultassero allineati, ma la prima fosse spostata in avanti rispetto al secondo della massima distanza consentita.
A tal riguardo, ai costruttori più attenti va riconosciuto il grande merito di aver realizzato i loro prodotti in modo da rendere attuabile la pratica suddetta senza dover cercare per tentativi la posizione migliore, certi che quest’ultima è stata già perfettamente ottimizzata a tavolino in sede di studio.
L’obbiettivo principale che tale tecnica si propone di centrare è eminentemente quello di ricreare una accettabile immagine acustica anche con le cuffie che, per antonomasia, sono deficitarie in merito a tale parametro.
Non siamo ai livelli raggiunti dai migliori sistemi di diffusori collocati in modo ottimale in un ambiente di ascolto ottimizzato alla bisogna, ma va di certo riconosciuto che le cuffie realizzate recentemente, con la massima attenzione ai principali aspetti audiofili, consentono una qualità, in termini dimensionali e di credibilità della ricostruzione del palcoscenico virtuale, indubbiamente di alto livello, una spanna al di sopra di analoghe realizzazioni più datate, anche andando ad effettuare dei confronti con quelle più blasonate della produzione mondiale.
Segnaliamo con piacere che ultimamente il mondo delle cuffie, eminentemente quello consumer, si è arricchito di numerosissime nuove proposte: ciò ha comportato, a causa della concorrenza che si è venuta così a creare tra i vari costruttori, una notevole attenzione alla qualità dell’ascolto cosicché, nelle proposte più valide, alcune particolari attenzioni al suono sono felicemente divenute appannaggio anche dei prodotti più a buon mercato.
In merito all’interfacciamento con il sistema di amplificazione deputato al pilotaggio delle cuffie, il discorso si fa leggermente più lungo e complesso.
Ci riserviamo pertanto di parlarne in un prossimo incontro.
Fulvio Chiappetta