Brinkmann, prodotti di livello assoluto
Helmut Brinkmann è convinto che la riproduzione della musica sia un’illusione, ma fa di tutto perché questa illusione sia il più possibile vicino alla realtà. Lo strumento che utilizza è la continua ricerca, che gli permette di migliorare qualsiasi dettaglio e ogni aspetto, accettando anche il fatto che per alcuni miglioramenti non esiste, almeno per il momento, nessuna spiegazione scientifica.
Brinkmann non costruisce secondo processi di fabbricazione ottimizzati in termini di costi; i suoi prodotti sono tutti fatti a mano e prima della consegna vengono esaminati personalmente.
Il catalogo offerto è davvero sfaccettato e profondo, per essere un’azienda di manifattura. Una splendida serie di bracci e giradischi a trazione diretta e a cinghia, e nei quali è particolarmente curata la precisione nel tracciamento. Non mancano poi le elettroniche: DAC, preamplificatori, finali ed alimentatori, tutte estremamente curate e con un notevole valore aggiunto. Integrated è il prodotto entry level della gamma, ed è un amplificatore integrato da 2X100/70W su 4/8 ohm, Marconi Mk II è il un preamplificatore di linea a simmetria completamente bilanciata, ma con uno stadio di inversione di fase a valvole.
Edison Mk II è poi il pre-phono di livello assoluto con tre ingressi RCA, due dei quali anche XLR.
Nyquist Mk II è uno Streaming&DAC con modulo di conversione sostituibile dall’utente, in modo da permettere un facile aggiornamento, e compatibile con MQA™, PCM fino a 384 kHz/32 bit (incluso DXD), e poi DSD64/128/256.
Infine Mono, amplificatore di potenza da 250/150W su 4/8 con trasformatore da 1500 watt e quattro condensatori con una capacità di 132millifarad.
10.0 e 10.5 sono i bracci da 10” che differiscono per il tipo di sospensione, mentre 12.1 offre una canna da 12” e il sistema di incernieramento del 10.5.
Bardo è il giradischi entry-level (si fa per dire) della gamma. Trazione diretta con motore magnetico sviluppato da Helmut Brinkmann e prodotto in-house.
Oasis è sempre un trazione diretta a tiratura limitata (100 unità) che celebra il decimo anno di produzione dell’omonimo giradischi. Braccio 10.5 in dotazione, plinto in legno massakar e record clamp in dotazione.
A trazione diretta anche il Taurus con piatto in alluminio e cristallo di peso elevato (10kg), motore 12 poli e 4 fasi, e record clamp.
Trazione a cinghia per Spyder, il primo giradischi con trazione a cinghia di Brinkmann. Ha base e piatto girevole realizzato in alluminio con top in cristallo, ed è dotato di un sofisticato motore a 12 poli e 4 fasi sinusoidali. La base può accogliere qualsiasi braccio da 9” a 12”, ed è dotato di alimentatore con controllo elettronico della velocità separato.
È disponibile come accessorio una base per un braccio addizionale (SPYDER additional tonearm base) in modo da dotare il giradischi di due diversi bracci. Balance è invece il top di gamma tra i giradischi Brinkmann, con piatto in alluminio dal peso di ben 18kg.
Infine edizione limitata a 33 unità la Balance 33rd Anniversary Edition con due basi braccio di cui uno corredato di 12.1”.
Copland CSA, i nuovi ibridi della casa danese
Copland: pochi modelli di grande successo, caratterizzati da prestazioni superiori, un eccellente rapporto qualità/prezzo e una grande longevità. Ricordiamo per tutti la serie CTA 40X (401, poi CTA 405 e CTA 405-A e l’ultimo CTA 408) che nell’arco di 15 anni hanno sempre rappresentato, e rappresentano ancora, i best-buy per eccellenza tra gli integrati valvolari.
Ole Mueller, progettista e CEO del marchio danese, aveva già da molti anni l’idea di una serie di amplificatori ibridi da affiancare alla CTA. Si chiama CSA e comprende 3 modelli, CSA 75, CSA 100 e CSA 150 e uniscono i vantaggi delle valvole nello stadio di preamplificazione, a quelli dello stato solido nella sezione finale di potenza e in modo estremamente originale, come solo Ole Mueller sa fare. Il numero dopo la sigla indica –come facilmente intuibile- la potenza di uscita per canale.
Stadi finali di potenza a transistor da 2 x 75/100/150W su 8 ohm, rispettivamente, con controreazione in corrente e pilotati da una sezione buffer a triodo, seguita da un doppio MOS-FET che funge da driver dei finali.
Quindi ben tre diverse tecnologie impiegate in questo CSA 100, ognuna dove meglio eccelle, a garanzia del tipico suono valvolare, ma con la potenza e il controllo dello stato solido, affidando l’amplificazione in tensione ai tubi, dove sono imbattibili.
La versatilità è ai massimi, i CSA oltre a un ingresso Phono MM, sono dotati di DAC interni con ingressi S/PDIF, Ottico, USB-B, e capacità di decodifica 32bit/384KHz Sabre ES9018 32 bit in configurazione Quad Mono (4 chip per canale) derivato dal DAC 205, Bluetooth aptX HD opzionale e infine uscita cuffia con amplificatore dedicato. I CSA sono disponibili sia in argento che in nero, e sono dotati di telecomando per tutte le funzioni.
2M Black LVB 250, la nuova testina di Ortofon
A 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven la Ortofon lo celebra con una nuove esclusiva versione della 2M Black, la Ortofon 2M Black LVB 250.
Al taglio Nude Shibata già adottato nella 2M Black, la LVB250 aggiunge il cantilever in boro, sfruttando la configurazione già a bordo della top di gamma Cadenza Black.
Il taglio Nude Shibata garantisce un’area di contatto con il solco più ampia, mentre la rigidità e la leggerezza del cantilever in boro permettono alla LVB 250 di seguire le molto meglio la superficie del vinile, aggiungendo ulteriore trasparenza e velocità alla riproduzione.
Altra novità assoluta, adottata per la prima volta su questa LVB 250 è la sospensione in gomma in MWCNT, che migliora ulteriormente l’interazione tra cedevolezza e smorzamento.
La sua formulazione composita è in grado di riempire le nano-cavità che si creano nei vari processi di lavorazione. Il nuovo composito ha proprietà meccaniche straordinarie, che garantiscono un migliore smorzamento, innalzando le prestazioni generali.
Peso di 7,2g e cedevolezza di 22 µm/mN, Ortofon 2M Black LVB 250 è in grado di adattarsi senza problemi alla maggioranza di bracci moderni, ed è stata concepita per essere utilizzata in giradischi sia di fascia media che di livello Hi-End, essendo le sue prestazioni allo stato dell’arte assoluto per una testina MM.
I nuovi integrati Michi di Rotel
Ad affiancarsi al preamplificatore P5, e ai finali M8 e S5, due nuovi integrati della Serie Michi di Rotel. Si chiamano X3 e X5 ed erogano una potenza di rispettivamente 200W e 350W per canale su 8 ohm.
L’estetica è la stessa: alluminio e cristallo che prendono il posto del legno dei Michi originali, per un design distintivo e particolarmente attraente.
L’architettura dei due integrati è completamente nuova e senza compromessi, progettata per fornire le massime prestazioni, senza alcuna incertezza e in modo continuo ed affidabile. Ogni singolo componente è stato appositamente selezionato dopo lunghe sessioni di ascolto da parte di un team di ingegneri dedicato, e quando non si sono trovati i risultati sperati, la realizzazione del singolo elemento è stata commissionata ad-hoc, come i trasformatori toroidali montati in appositi involucri riempiti di resina epossidica per garantire il massimo smorzamento, o i condensatori di alimentazione ad alta efficienza slit-foil, realizzati e brevettati in UK.
Rotel Michi X3 e X5 sono dotati di display OLED ad alta risoluzione sul pannello frontale, per le funzioni e il volume.
Il parco ingressi per entrambi è estremamente ampio, tra analogici e digitali, XLR e RCA, USB, ottico, coassiale, phono MM per X3 e MM/MC per X5, e Bluetooth aptX, con la sola differenza di 4 ingressi RCA su X5 e 3 su X3. Presente poi un’uscita pre-out e due sub (RCA). Per il controllo sono presenti IR, RS232 ed Ethernet.
Il DAC interno è lo stesso del preamplificatore P5, adotta chip doppi AKM 4497 a 32 bit, con supporto fino a 32/384 e MQA (Master Quality Authenticated).
Rotel Michi X5 è un dual-mono a partire dai trasformatori, X3 di trasformatore ne ha uno solo, come singolo è lo stadio di filtraggio, e solo dopo la configurazione diventa dual-mono.
I condensatori sono per entrambe i modelli a basso ESR, in modo da minimizzare il ripple e quindi il rumore, e fornire la necessaria gamma dinamica ai circuiti che alimentano.
Altra differenza tra i due modelli è l’architettura. I finali di potenza sono gli stessi dei finali M8 e S5, ma in numero minore.
Ovviamente classe AB, come nella migliore tradizione Rotel, con 16 transistor di potenza per X5 e 8 per X3.