Il software di riferimento

Marco Fullone

Fullone - Joni Mitchell

Come sempre GammaDelta continua a parlare di vinili, CD, Blu-ray Audio che sono una parte fondamentale della nostra storia e della nostra cultura audio, insieme con i meravigliosi oggetti per riprodurli.

È bello tornare a scrivere per Gammadelta in un periodo denso di pubblicazioni meravigliose e un’attenzione finalmente super accurata delle tecniche di remaster e stampa su LP. Ne abbiamo parlato spesso in passato, in alcuni casi un lavoro eccellente sui vari processi di realizzazione rendono tali prodotti di gran lunga superiori a qualsiasi release del passato, e questo – con buona pace degli analogisti più intransigenti – si ottiene grazie anche all’utilizzo di tecnologie digitali.

Basta andare a leggere cosa è successo recentemente con le ristampe della Mofi per scoprire che anche i costosissimi box a 45 della Serie Ultradisc One Step sono prodotti con un passaggio digitale utilizzando un master DSD. Chi si è sorpreso o oppure ha gridato allo scandalo non si è mai chiesto quanto sia improbabile che una major spedisca i nastri originali di grandi capolavori della musica a delle piccole label audiophile per la produzione di ristampe, anche quelle più belle e costose. Pensiamo a questi nastri come a dei capolavori dell’arte conservati in un museo, sono uniche mentre eventuali copie per quanto fedeli rimangono delle copie.

Un album trasferito dai nastri analogici originali convertiti su file DSD è certamente la miglior copia possibile in assoluto.
Non c’è discussione.
Un discorso che torna per altro di attualità per l’attesissima discografia degli Steely Dan che Universal farà uscire da novembre partendo da “Countdown To Ecstasy”, primo capolavoro della band formata da Donald Fagen e Walter Baker.

Tutti gli album sono stati meticolosamente rimasterizzati da Bernie Grundman direttamente dai master analogici originali eccetto per Aja, che sarà rimasterizzato da una copia analogica non equalizzata del master tape originale, e Gaucho, per il quale sarà usata una copia analogica del nastro originale del 1980 originariamente equalizzato da Bob Ludwig. (I nastri originali contenenti i missaggi originali delle tracce di Aja e Gaucho risultano introvabili e si pensa addirittura che non esistano più). Gli acetati delle nuove versioni in vinile 180g sono opera di Alex Abrash che ha lavorato nel suo studio AA Mastering utilizzando i file digitali in alta risoluzione delle nuove rimasterizzazioni di Grundman; la copertina di tutti gli album riprodurrà fedelmente l’artwork originale. Anche in questo caso per quanto il master sia stato realizzato appositamente per il vinile dal grande B.

Grundman nello stadio finale prevede un passaggio digitale. Di fatto questi album vengono rimasterizzati per la prima volta dalle uscite originali, tralasciando il famoso e meraviglioso SACD di “Gaucho”. Questi stessi remaster faranno parte di una serie di ristampe ad opera della Analogue Productions, parliamo dei bellissimi e costosissimi box set su doppio LP 45 giri UHQR, proposti anche in versione SACD stereo. Rimanendo sulle più recenti realizzazioni di Grundman non si può non citare il secondo box set vinile di Joni Mitchell “Asylum Album – 1972 – 1975”, altra raccolta realizzata splendidamente sia sotto il profilo tecnico sia nella riproduzione delle copertine che emulano gli originali dell’epoca con grafiche in rilievo e album in formato gatefold.

Dischi indimenticabili riproposti con una cura meticolosa per restituire al 100% lo straordinario contenuto musicale divenuto ormai leggendario. All’interno anche un cartoncino con le note scritte da Neil Young ed un ritratto dell’artista disegnato da Joni. Chiudiamo il capitolo ristampe con un set molto bello dedicato ad uno degli album più amati dei Pink Floyd, “Animals”, riproposto nella versione deluxe limited edition con LP, CD, DVD Audio e Blu-ray Audio.

Si tratta del remaster 2018 di James Guthrie che nella versione LP vede la collaborazione anche di Bernie Grundman. Io nella versione stereo non trovo differenze rispetto alla versione LP del 2016, la novità riguarda il tanto atteso mix 5.1 che viene proposto per la prima volta in assoluto nelle seguenti configurazioni:


Blu-ray Audio

2018 remix Stereo 24 bit/192 Khz DTS HD MA
2018 remix 5.1 Surround 24 bit/96 Khz DTS HD MA
1977 original Stereo 24 bit/192 Khz DTS HD MA

DVD Audio

2018 remix Stereo 24 bit/48 Khz PCM
2018 remix 5.1 Surround Dolby Digital
1977 original Stereo 24 bit/48 Khz PCM


Warner ha fatto uscire anche una versione Blu-ray Audio separata, idem per il vinile per chi non vuole acquistare la versione deluxe che però è molto bella. Contiene infatti un booklet di 32 pagine con fotografie rare del dietro le quinte dello shooting per la foto di copertina insieme ad immagini live e memorabilia. L’artwork dell’album è stato re-immaginato per questa uscita. Per gli audiofili negli USA è stata pubblicata dalla Anologue Productions una versione SACD ibrido con la traccia 5.1 e stereo in alta definizione, il master da un punto di vista tecnico è lo stesso del Blu-ray audio ma come accaduto in passato per “The Dark Side Of The Moon” e “Wish You Were Here” in molti hanno preferito le versioni SACD, soprattutto per chi non ha un lettore Blu-ray di stampo audiophile.

L’esperienza di ascolto di “Animals” in 5.1 è notevole ed immersiva, a dimostrazione di quanto la musica dei Pink Floyd si presti perfettamente per la riproduzione surround. Stupisce tuttavia che non sia stata fatta una codifica in Dolby Atmos, tanto di moda oggi in molti capolavori del passato (vedi Beatles). A questo punto sarebbe fantastico se anche “The Wall” uscisse con il remix 5.1, un album a mio che risulterebbe spettacolare grazie alla strepitosa registrazione curata da Doug Sax.
Considerando la litigiosità di Waters e Gilmour forse non la ascolteremo mai…
Ma sperare non costa nulla! Chiudiamo questo appuntamento con una novità molto bella proposta dalla Blue Note : “Here It Is: A Tribute to Leonard Cohen”, un nuovo album prodotto da Larry Klein con interpretazioni delle intense canzoni del leggendario cantautore Leonard Cohen ad opera di una straordinaria rosa di cantanti ospiti:
Norah Jones, Peter Gabriel, Gregory Porter, Sarah McLachlan, Luciana Souza, James Taylor, Iggy Pop, Mavis Staples, David Gray e Nathaniel Rateliff.

“Leonard Cohen era mio amico fin dal 1982, e negli ultimi 15 anni della sua vita mi è diventato sempre più caro”, racconta Klein. “Era forse il mio amico più saggio ed al tempo stesso più divertente: mi piaceva, immensamente, in tutti gli aspetti. Dopo la sua morte, mi sono ritrovato spesso a suggerire il suo repertorio ad artisti con cui stavo lavorando. Il primo motivo, ovviamente, è che le canzoni sono fantastiche – per me Leonard è il miglior songwriter di tutti i tempi – e in più, in questo modo, ho potuto continuare a sentirlo aleggiare nell’aria intorno a me.”

Così Klein ha preso la decisione di realizzare un album di canzoni di Cohen, abbinando cantanti di generi diversi con un eccezionale ensemble di musicisti jazz – o, come dice lui, “un gruppo di musicisti fra i più sensibili e lungimiranti del mondo del jazz” – il chitarrista Bill Frisell, il sassofonista Immanuel Wilkins, il pianista Kevin Hays, il contrabbassista Scott Colley e il batterista Nate Smith, con il contributo aggiuntivo di Greg Leisz alla pedal steel guitar e di Larry Goldings all’organo.

“Quando Larry Klein mi ha invitato a partecipare a un tributo a Leonard Cohen, ho accettato immediatamente”, dice James Taylor. “Sia perché Larry è un grande produttore e un buon amico, sia perché, come quasi tutti i miei coetanei, venero Leonard Cohen. Mentre stavo ancora definendo il mio stile e le mie preferenze in fatto di musica, le canzoni di Cohen erano nella ristretta cerchia delle mie preferite, ed hanno avuto una grande influenza sul mio percorso artistico. Per questo progetto sono stato attratto da un pezzo relativamente oscuro, a me nuovo, ‘Coming Back To You’. Larry ha deciso di mantenere la tonalità originale della versione di Cohen, un po’ bassa per me, al limite delle mie doti vocali. Ma in qualche modo spostarmi fuori dalla mia ‘comfort zonÈ mi ha aiutato a trovare la chiave per affrontare il brano. Come gran parte della produzione di Leonard Cohen, questo testo è profondamente improntato ad un senso di abbandono, di assenza, alla visione della landa desolata di un amore privo di speranza.
Quindi, tira un profondo sospiro – e bevi …”

Le 12 tracce dell’album offrono un’ampia gamma di composizioni di Cohen, con canzoni che spaziano dal suo amato album di debutto del 1967 Songs of Leonard Cohen fino a temi tratti dal suo ultimo album, You Want It Darker, pubblicato pochi giorni prima della sua morte nel 2016.

La scaletta contiene sia alcuni dei più celebri classici che brani meno noti, il tutto portato nuova vita grazie ad arrangiamenti e interpretazioni tanto profondi quanto originali. Il risultato finale richiama per certi versi il concetto alla base di River: The Joni Letters di Herbie Hancock del 2007, produzione di Klein che conquistò il Grammy® Award come album dell’anno (e tra i cantanti presenti nel progetto c’era, guarda caso, proprio Leonard Cohen).

“È stata un’esperienza immensamente gratificante ricontestualizzare queste vere poesie in musica e farle brillare di una nuova luce “, aggiunge Klein. “Spero che questo linguaggio musicale cui abbiamo dato forma insieme, il nuovo contesto in cui abbiamo portato questo materiale, possa aiutare la gente a riascoltare ed a vivere queste canzoni in un modo nuovo”.

Marco Fullone